Il Canada scommette su litio e cobalto, ma non tiene a bada l’invadenza della Cina- Corriere.it

2022-06-11 01:31:37 By : Ms. Tina Zhou

Immersa nella natura selvaggia attorno alle rive del Great Slave Lake, nei Territori del Nordovest del Canada , si trova l’isolata comunità subartica delle Prime Nazioni Whatì, 492 abitanti appena. Qui vagano caribù, lupi grigi e orsi neri, e non sempre le strade sono percorribili. A quasi 3000 chilometri di distanza, nelle aride pianure di Sparks, in Nevada, Elon Musk sta completando la Gigafactory 1, un colosso industriale che un giorno costruirà batterie sufficienti per alimentare oltre 500.000 veicoli Tesla l’anno . Il filo rosso che unisce questi due luoghi si chiama cobalto. È il componente forse meno conosciuto delle batterie agli ioni di litio, che alimenta le macchine pulite ed ecologiche del futuro. Nel territorio attorno a Whatì, ce ne sono letteralmente tonnellate... Tutte da sfruttare.

Il governo Trudeau promette miliardi (3,8 miliardi di dollari canadesi in 8 anni) per lo sfruttamento di «minerali critici» per l’industria delle auto elettriche. Per difenderli, fima anche un patto con gli Usa. Poi però vende la società Neo Lithium a Pechino

Il cobalto e il litio sono i nuovi Signori dell’energia, e il tesoro nascosto dei “Northwest territories”. In tutto il Canada, in realtà, ci sono massicce riserve sotterranee. Le prime esplorazioni di litio in questa remota regione del Canada risalgono agli Anni Settanta ma l’attuale impennata della domanda sui mercati globali ha spinto il governo del liberale Justin Trudeau a premere sull’acceleratore per avviare nuovi progetti di estrazione in questi territori vastissimi e in gran parte inesplorati. Nell’ultimo bilancio federale, varato ai primi di aprile, il governo federale ha proposto di fornire un sostegno fino a 3,8 miliardi di dollari canadesi (2,7 miliardi di euro) in otto anni per lanciare e attuare una nuova strategia sui cosiddetti “minerali critici”, ovvero necessari alla catena di approvvigionamento delle batterie dei veicoli elettrici (EV), tra cui nichel, litio, cobalto e magnesio.

In Canada si stanno costruendo nuove strade per raggiungere il territorio dei Whatì: i 97 chilometri della Tlicho Highway, già strada sterrata, vengono asfaltati dalla North Star Infrastructure in base al contratto da 400 milioni di dollari (per 28 anni) siglato con il governo dei Territori del Nordovest (foto Province of British Columbia)

C’è anche un fondo per le tecnologie verdi

«Il Canada ha abbondanti giacimenti di minerali preziosi e, con i giusti investimenti, il settore può creare migliaia di nuovi posti di lavoro, far crescere la nostra economia e rendere il Paese una parte vitale della crescente industria globale dei minerali critici», ha affermato la portavoce della ministro delle Finanze Chyntia Freeland. Il governo ha istituito anche un fondo multimiliardario per investire in tecnologie verdi e sta cercando di corteggiare le aziende coinvolte a tutti i livelli della catena di approvvigionamento di veicoli elettrici, in particolare quelle impegnate a salvaguardare il futuro dell’industria automobilistica nel vicino Ontario, in Usa.

Possibile crescita del 500% della domanda

La domanda di minerali necessari per le batterie, inclusi litio e cobalto, potrebbe aumentare di quasi il 500% entro il 2050, stima la Banca mondiale. Attualmente l’Asia, e in particolare la Cina, domina la produzione globale e la lavorazione di minerali critici, terre rare e metalli rari utilizzati per produrre veicoli elettrici. Quasi il preludio di una nuova dipendenza energetica dell’Occidente nei confronti di un Paese autocratico, come lo è oggi la Russia per quanto riguarda i combustibili fossili importati in Europa.

L’accordo di difesa con gli Usa e l’apertura a Pechino

Il campanello d’allarme, in Canada e non solo, è suonato lo scorso gennaio quando il governo Trudeau ha autorizzato un investitore statale cinese, lo Zijin Mining Group, ad acquisire la compagnia mineraria di litio Neo Lithium Corp (”Neo Lithium”) per circa 960 milioni di dollari canadesi (699 milioni di euro). Una decisione che ha sorpreso molti analisti, dopo due importanti sviluppi: la finalizzazione nel gennaio 2020 di un piano Canada-Usa per proteggere le catene di approvvigionamento di minerali critici ; e l’emissione nel marzo 2021 di linee guida aggiornate per la revisione della sicurezza nazionale che elencano i minerali critici, incluso il litio, nonché gli investimenti di attori statali o influenzati da uno Stato estero come aree di principale preoccupazione per il governo canadese.

I documenti del governo canadese sottolineano come i minerali critici sono oggi al centro delle principali industrie globali, tra cui tecnologia pulita, assistenza sanitaria, aerospaziale e informatica, e continueranno ad essere molto richiesti negli anni a venire.