Namibia e Botswana, 130 mila elefanti a rischio per la costruzione di pozzi petroliferi- Corriere.it

2022-05-14 20:32:45 By : Ms. Cass Chan

Migliaia di elefanti africani minacciati dalla costruzione di un nuovo enorme giacimento petrolifero tra Namibia e Botswana , in una delle ultime grandi aree selvagge del Continente. «Oggi sono meno di 450mila gli esemplari che sopravvivono in Africa, rispetto ai milioni di non molto tempo fa: 130mila di questi hanno scelto la regione dove si è deciso di costruire il giacimento come casa», denuncia l’ambientalista Rosemary Alles di Global March for Rhinos and Elephants , parlando del progetto di ReconAfrica che metterebbe ancora più a rischio la specie. Come si legge sul Guardian, ReconAfrica — compagnia petrolifera e del gas canadese — ha, infatti, affittato più di 34mila chilometri quadrati di terreno nel bacino del fiume Okavango .

Una compagnia canadese sta perforando pozzi esplorativi in Africa. Mettendo a rischio la sopravvivenza degli animali e della popolazione nel Delta dell’Okavango. I residenti e gli ambientalisti temono che il progetto possa esaurire le scarse risorse idriche e causare un disordine ecologico nell’area naturalistica del Botswana, famosa in tutto il mondo

Le future operazioni estrattive destano preoccupazione su più fronti: nelle regioni vivono circa 200mila persone – inclusi gli indigeni San – che si sostentano grazie all’agricoltura, alla pesca e al turismo. Persone che non sono state consultate rispetto alla possibile costruzione di un giacimento. Appresa la notizia dalla radio e dai social media, temono di essere costrette a lasciare le loro case. Non solo, negli ultimi mesi nell’area sono stati trovati morti più di trecento elefanti : le autorità hanno — finora — escluso il bracconaggio, poiché le zanne degli animali sono state trovate intatte. E le autorità forestali puntano il dito contro alcune tossine naturali che producono «veleno», in particolare nell’acqua stagnante.

Ma qual è il progetto di ReconAfrica? La società stima che il «potenziale petrolio generato» nel proprio impianto potrebbe essere compreso tra 60 miliardi e 120 miliardi di barili e valere miliardi di dollari per l’economia regionale. Il governo namibiano ha affermato che sinora sono state concesse solo licenze esplorative, sottolineando che i siti di ricerca non erano situati in alcuna «area di conservazione, e non avranno alcun impatto significativo sulla fauna selvatica». Scienziati, ambientalisti e comunità locali affermano — però — che il progetto potrebbe mettere a repentaglio le riserve idriche della zona, già critiche, e minacciare il delta dell’Okavango in Botswana, patrimonio dell’umanità.

La carcassa di uno dei 350 elefanti trovati morti, già nell’estate 2020, nella regione dell’Okavango, in Botswana: all’epoca non si conoscevano le cause dela strage (Ap)

«Ogni elemento di questo progetto — dalla costruzione di nuove strade ai siti di perforazione, passando alle raffinerie — devasterà l’ecosistema e le comunità locali che dipendono da esso per l’agricoltura e la pesca», ha ribadito Nnimmo Bassey, direttore della Health of Mother Earth Foundation e presidente di Oilwatch Africa. Le vibrazioni del lavoro esplorativo «disturbano gli elefanti e l’aumento di costruzioni, strade e traffico non solo allontaneranno gli animali dall’area, ma apriranno anche la strada ai bracconieri», ha aggiunto Alles. Soprattutto quando hanno dei piccoli, «gli elefanti evitano le aree dove c’è attività umana , dove c’è rumore e quello che vedono come un pericolo. Questo può allontanarli dalle loro antiche rotte migratorie e avvicinarli a villaggi e aree agricole, portando a un conflitto umano-elefante», chiarendo come l’idea di «iniziare a trivellare per ottenere ancora più petrolio» sia folle. (continua a legger dopo i link )

Su Pianeta 2021, leggi anche Usa, il clima «taglia» gli allevamenti intensivi: quando la natura agisce prima dell’uomo, di Luca Zanini Perché passare alla settimana lavorativa di 4 giorni? Combatte il climate change, di Andrea Federica de Cesco Anche le api hanno un “vaccino”: «Così le renderemo immuni agli effetti dei pesticidi» di Andrea Federica de Cesco Diavolo della Tasmania, nati in Australia 7 cuccioli dopo più di 3mila anni. Quando l’eco-ripristino è un successo, di S ilvia Morosi Il flop delle energie rinnovabili: assegnato solo il 5% della potenza disponibile di Claudio Del Frate Alluvioni e tempeste: i «profughi del clima» sono diventati il triplo di quelli dovuti a guerre,di Andrea Federica de Cesco

Usa, il clima «taglia» gli allevamenti intensivi: quando la natura agisce prima dell’uomo, di Luca Zanini

Perché passare alla settimana lavorativa di 4 giorni? Combatte il climate change, di Andrea Federica de Cesco

Anche le api hanno un “vaccino”: «Così le renderemo immuni agli effetti dei pesticidi» di Andrea Federica de Cesco

Diavolo della Tasmania, nati in Australia 7 cuccioli dopo più di 3mila anni. Quando l’eco-ripristino è un successo, di S ilvia Morosi

Il flop delle energie rinnovabili: assegnato solo il 5% della potenza disponibile di Claudio Del Frate

Alluvioni e tempeste: i «profughi del clima» sono diventati il triplo di quelli dovuti a guerre,di Andrea Federica de Cesco

«Il progetto porterà posti di lavoro ed enormi benefici economici alla regione ma danneggerà l’ambiente », ha concluso, chiedendo che sia sviluppata un’industria responsabile dal punto di vista ambientale e sociale, attenta alla conservazione della fauna selvatica e dell’ecologia locale. Da parte sua, l’azienda, ha chiarito di voler non solo affrontare i problemi di rumore e vibrazioni derivanti dai lavori di estrazioni, ma anche di voler «installare pozzi d’acqua comunitari a energia solare, usando fluidi di perforazione a base d’acqua, biodegradabili e privi di cloruro e attrezzature a bassa frequenza per proteggere le comunicazioni con la fauna selvatica». Abbandonare i combustibili fossili

Il mese scorso, l’ Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha chiarito come sia necessario abbandonare l’idea di sfruttare nuovi giacimenti di gas e petrolio. Solo così l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 e la possibilità contenere in 1.5 gradi l’aumento della temperatura globale potranno concretizzarsi. Gli esperti hanno chiarito che l’estrazione di miliardi di barili di combustibili fossili da un nuovo gigantesco giacimento petrolifero in Africa contraddirebbe direttamente tale obiettivo, con conseguenze potenzialmente disastrose per l’emergenza climatica. E noi, da parte nostra, pensiamo che l’estrazione di petrolio nell’area — per come +è stata immaginata — non porterebbe prosperità al popolo namibiano . Ricordando che il mondo intero dovrebbe abbandonare i combustibili fossili nel prossimo decennio per evitare il collasso climatico.